Brano: [...]asciò saccheggiare, lasciò sequestrare le persone, ecc. ecc.. Giovanni Giolitti è il massimo responsabile dei delitti commessi dal fascismo, egli è veramente colpevole di alto tradimento per aver lasciato che le leggi dello Stato fossero impunemente calpestate, che le popolazioni fossero" interrorite, massacrate, torturate dalle bande armate, che la proprietà privata fosse distrutta Col saccheggio e l’incendio. Il fascismo è figlio spirituale di Giovanni Gioì itti[L'Ordine Nuovo, Opere, pagg. 250251).

Bibliografia: Giampiero Carocci, Giolitti e l'età giolittiana, Torino, 1961; Gaetano Natale. Giolitti e gli Italiani, Milano, 1949; G. Salvemini, Il ministro della mala vita, Roma, 1919; Giovanni Ansaldo, Il ministro della buona vita, Milano,. 1949; P. Togliatti, Discorso su Giolitti,:'Rinascita, 1950; A. Gramsci, Opere: Ordine Nuovo (1954), Socialismo e fascismo (1966), Torino; G. Giolitti, Memorie della mia vita, Milano, 1922.

Giolli, Raffaello

N. ad Alessandria nel 1889, m. a Gusen (Mauthausen) il 6.1.1945; storico e critico d'arte. Inseg[...]

Brano: [...] liberale tradizionale; in parte contribuì a esprimerla, non solo elaborando i materiali essenziali a una prima alternativa autoritaria, ma indebolendo dall’interno, nel corso dell’età giolittiana, le formazioni parlamentari e liberali, cui sottrasse via via uomini e idee.

Dopo una breve fase di incubazione il nazionalismo incominciò a manifestarsi (ed era già l’inizio di una replica alla svolta democratica impressa al paese dalla politica di Giovanni Gioì itti [v.]) in termini prevalentemente letterari intorno al 1903, quando sorsero le riviste di Papini e Prezzolini (Leonardo, in gennaio) e di Corradini (Il Regno, in novembre). Dello stesso anno è anche il saggio di Morasso «L'imperialismo artistico». Nel 1908 Prezzolihi fondò La Voce, destinata a divenire (in sostanziale coincidenza con la nascita dell’Action frangaise di Maurras e con la crisi bosniaca) il principale laboratorio di un moto di « rinnovamento nazionale » che attrasse gran parte della giovane intellettualità italiana.

Firenze divenne così il principale centro di elaborazion[...]

Brano: [...]olio. A Partìnico gli iscritti passarono dalle poche decine del gennaio 1893 ai 1.100 del mese di luglio. Analogo sviluppo si ebbe negli altri comuni, dove il movimento delle masse contadine e operaie che si battevano per la giornata lavorativa di 8 ore e per l'attuazione della mezzadria secondo i deliberati dei Patti di Corleone (pur nelle varie diversificazioni locali), mise ben presto in allarme gli apparati polizieschi del primo ministero di Giovanni Gioì itti. In questo periodo venne avviato il primo procedimento di schedatura in massa dei quadri socialisti, unitamente alla messa in opera di. meccanismi processuali che, a partire dal maggio 1893, portarono nelle aule dei tribunali e in carcere non solo Barbato ma anche alcuni dei socialisti locali (Gallo, Conti, Noto e Cannizzo).

La repressione crispina del gennaio 1894 fu così il risultato di un’azione già predisposta e accelerata da tumulti fatti strumentalmente esplodere qua e là dalla borghesia municipalistica. Lo scioglimento dei Fasci e la soppressione della stam pa democratica infer[...]

Brano: [...]legata alla figura di Domenico Gasparini, medico condotto di campagna che fu pioniere del movimento. L'attività fu rivolta inizialmente all’organizzazione dei minatori e, più in generale, alla propaganda. Nel 1901 sorsero 7 cooperative, due delle quali di consumo (una aperta a tutti e l’altra riservata ai minatori) .

La penetrazione tra i contadini mezzadri fu più lenta e difficile, ma con risultati duraturi: si dispiegò durante il governo di Giovanni Gioì itti, dando luogo a costituzione di leghe e alla lotta per la modifica dei patti colonici. Le agitazioni raggiunsero il culmine nel 1913.

Guerra e dopoguerra

Il 15.1.1915, pochi mesi prima dell’entrata in guerra dell'Italia, operai disoccupati e braccianti delle frazioni, armati di pale e picconi confluirono nel centro della città chiedendo l'inizio dei lavori ferroviari, che erano stati promessi. Al grido « Vogliamo lavorare, non vogliamo la guerra! », i dimostranti occuparono e devastarono la sede della sottoprefettura, rivolgendosi poi contro le case di alcuni signorotti. In seguito [...]